Minima Amoralia
C’è un tocco di amoralità in quel delizioso rimuovere il reale che solidamente ostentano tutti i nati sotto Saturno: fabbricieri di figure e forme colorate, bardi, musici e cinematografari. Si tratta di una perversione innocente quando non afferma valori tracotanti sia mercantili che manieristici. Qui l’arte assume la stessa tossicità delle materie nuove che spesso la compongono e la sdegnata risposta a questi pericolosi veleni è, a mio modesto parere, il riservato ritorno a quel piacere del fare, a quell’ars combinatoria che tutti i ferali cantori del bello oggi ancora ripudiano. E nel piacere del fare, diventa inevitabile (Picasso insegna) l’amplesso col privilegio dell’ecclettismo e della libertà. Io faccio rimuovendo di gusto la realtà del mercante, della corrente e della ben remunerativa volgarità delle nostre astoriche avanguardie. Gioco col passato ipotizzando il futuro con la carta, lo specchio, il legno e le antiche materie. Fiero di andare contro la morale corrente.
Stefano Spagnoli
Parma, 7 luglio 2014
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